Una nuova vita
Sono abituata a stare sola, stesa a guardare il nulla. Avrei voglia di vedere cosa succede là fuori, come si muove il mondo. D’altronde, pensavo, c’è talmente tanta scelta oggigiorno e non posso pretendere di piacere a tutti.
Gianni oggi si è ritagliato il tempo per fare shopping, girovagando per negozi un paio d’ore. E’sempre così occupato a dividersi fra lavoro, palestra, corso di tango e alla ricerca della donna della sua vita. A 34 anni, dopo aver saltellato a destra e a manca senza successo, sentiva bisogno di stabilità. Insomma, senza affanni, voleva incontrare l’amore. Gianni era un uomo equilibrato, riflessivo. Uno a cui non piacevano gli eccessi in tutti i sensi.
Appena mi vide gli piacqui subito e lui piacque a me; avevo la certezza che saremmo andati d’accordo. Non so dire quanto tempo dovetti aspettare per poter uscire allo scoperto, iniziare una nuova vita e, grazie a Gianni, quel giorno fu per me straordinario. Nel pomeriggio, appena entrati in ufficio, mi sentii tutti gli occhi puntati addosso, in particolare da parte di quelle squinzie civettuole che facevano a gara per portarselo a letto, tentativi vanificati dal suo comportamento integerrimo. Si era ripromesso che non avrebbe mai e poi mai intrapreso una relazione con una collega con cui divideva il posto di lavoro.
La riunione programmata per il pomeriggio iniziò con lieve ritardo e quando Gianni prese la parola per illustrare la sua relazione, rimasi incantata. Anche se capivo poco o nulla dell’argomento in questione, m’impressionò il suo ricco lessico e la padronanza scenica che non tradiva alcun imbarazzo. Tutti i partecipanti erano attenti alle sue parole e come magnetizzati dagli argomenti professionalmente convincenti.
In particolare avevo notato una ragazza che lo fissava in modo imbarazzante, senza togliergli gli occhi di dosso. Era la responsabile acquisti della Società committente e oltre ad essere parte in causa della trattativa, si intuiva che qualche pensiero su Gianni lo stava già facendo. La riunione terminò e all’uscita dalla sala i partecipanti si fermarono nel locale attiguo per ristorarsi.
“Signora, posso offrirle un caffè?” chiese Gianni alla ragazza, esibendo il suo miglior sorriso.
“Molto volentieri, ma per favore, non mi chiami Signora! Monica va benissimo”.
“Perfetto, e io sono Gianni”.
“Lo so, ho già sentito parlare di lei”.
Quella Monica era proprio carina, nulla da dire. Tratti nordici, capelli mechati, lunghe gambe rese ancor più slanciate da un tacco molto impegnativo. Io che la osservavo da vicino ne fui davvero impressionata.
Il dialogo non durò a lungo, ma prima che Monica si accommiatasse, Gianni prese il coraggio a due mani e la invitò a cena per la sera. Era un uomo di personalità, andava a colpo sicuro e quando chiedeva, spesso conosceva già la risposta. Si accordarono per luogo e orario del ritrovo e si salutarono con una lunga stretta di mano. Come volevasi dimostrare, pensò! Il cuore di Gianni batteva a mille e già si figurava una serata a dir poco intrigante.
Si era fatto tardi, lasciò in fretta l’ufficio e si precipitò a casa. Il tempo per una doccia tonificante, il cambio di camicia, due gocce di profumo e di nuovo in auto, in orario per l’appuntamento. Monica era anch’essa stranamente puntuale, pensò sorpreso, ed era già nell’atrio ad attenderlo. Era incantevole, elegante e sobria nello stesso tempo!
Prima di salire in auto, le aprì la portiera e la fece accomodare prendendola galantemente per mano. Quando faceva questo gesto ricordava sempre quella battuta che diceva: quando un uomo apre la portiera alla donna, o è nuova lei oppure la macchina!
Il locale era molto raffinato e Gianni sapeva che avrebbe fatto bella figura. Si accomodarono al tavolo prenotato, scelsero i piatti dal menu alla carta e Gianni ordinò una bottiglia di Shiraz D.O.C. dell’Agro Pontino. Al centro della sala alcune coppie stavano già ballando e l’atmosfera era davvero magica. Gianni le versò da bere e sollevò il calice per il brindisi:
“Questa sera accantoniamo il lavoro e brindiamo al nostro incontro, che non poteva essere migliore, o almeno lo è per me. Vorrei aggiungere che sei elegantissima, ma ora parlami di te.”
“Ti ringrazio Gianni, sono lusingata e anche tu non scherzi. Sono rimasta davvero colpita dalla tua cravatta… è splendida! Al nostro incontro allora, cin cin …”.
Ecco, questo è stato il giorno più bello della mia vita e un tale complimento non lo avevo mai ricevuto. Solo la collaudatrice francese del cravattificio, appena uscii dal reparto confezione, esclamò: “Mais tu es vraiment très belle!”.
Poco importa se quella notte mi ritrovai sul parquet, con ancora il nodo fatto, sotto la camicia stropicciata di Gianni e di fianco alle scarpe di pelle lucida, tacco 12! Mi parve del tutto normale; anche se Made by Classic S.r.l., son pur sempre una cravatta!
FINE
Autore: Sante Serra © Diritti riservati